"- Gli caviamo le scaVpe, gli caviamo le bVaghe, gli caviamo le mutande, e gli tagliamo il ciccio. - State scherzando vero? Dai per favore lasciate in pace, cosa state facendo, no le scarpe eeh, fermi un attimo, no nudo, no, fermi! lascia stare le mutande, mi vergogno...Fermi! Pietà! Fermi! - Guardate….Il prigioniero ha i peli! - I peli erano sacri. Tutti volevano averli." Frammenti di testo da LA MACCHINA DEL CAPO
La tournée estiva di Marco Paolini raccoglie tre spettacoli relativi alla sua più recente produzione teatrale: Uomini e cani, dedicato a Jack London, ITIS Galileo (studio), La macchina del capo.
L'ultimo in lista è LA MACCHINA DEL CAPO, le cui restanti tappe saranno Palermo e Firenze.
La storia
La macchina del capo prende vita dagli Album, i racconti teatrali costruiti lungo un arco temporale che va dal 1964 al 1984, nei quali lo stesso gruppo di personaggi cresce passando da uno spettacolo all’altro, in una sorta di romanzo popolare di iniziazione. Non è un diario, non è un pezzo nostalgico, e nemmeno una memoria d’altri tempi. È un lavoro sull’infanzia e sulla primissima adolescenza, tra la famiglia, la colonia e le avventure nel campetto di pallone. È un viaggio che parte dalla casa, micro-universo dal quale osservare il mondo, per avanzare alla scoperta del macro-mondo (del mare, dei compagni di giochi, del sesso visto con gli occhi di un bambino). È il ritratto di un’Italia di periferia, vista su scala ridotta, tra la Pedemontana e il mare. È un lavoro sul desiderio e sulla scoperta, vicino alle atmosfere di Monicelli. I ragazzi protagonisti del racconto sono quasi gli “Amici miei”, ma ragazzini. E le zingarate sono forse più innocenti, ma lo spettacolo si permette di giocarci con altrettanta ironia.
Note d’autore
Per questo spettacolo ho preso le storie più vecchie che ho raccontato, le ho prese dai primi Album, quelli su cui ho imparato questo mestiere che viene dal teatro, il mestiere di raccontare storie. In quei lavori ho imparato a dosare i personaggi e a mescolarli con il filo della storia, a interpretare e narrare insieme. Ho ricombinato le storie vecchie con episodi nuovi che ho cominciato a scrivere un paio d’anni fa. Si tratta di un viaggio in Italia, dalla montagna alla pianura fino alla scoperta di Roma. Un viaggio al confine di un mondo: Nicola si chiede cosa farà da grande, sogna, fa progetti, indeciso se fare il ferroviere come il suo papà o il parcheggiatore di autoscontri. E poi affronta i piccoli traumi della crescita come il rapporto con la scuola. Racconto di un’ infanzia non protetta da cordoni sanitari di adulti, di campetti di periferia, di viaggi in treno e di vacanze avventurose. Narro di un bambino di 10 anni e della sua fretta di crescere. Non racconto per nostalgia, ma per divertimento, racconto per chi c’era già e riconosce i dettagli ma anche per chi è nato dopo e si diverte alla storia. Negli Album mostro lo stupore della scoperta del mondo, che poi si evolve nel racconto del disincanto, ma non c‘è nessun sentimento nostalgico e nessun messaggio generazionale. Nicola alla fine andrà a sbattere contro la realtà di questo Paese ma in questo racconto quello che cerco di fare è recuperare lo sguardo del bambino. Questo racconto è pensato per tutti, a diversi livelli di fruizione. Nel percorso di crescita di questo bambino, tra banchi di scuola, campetti di calcio e ferrovie, si possono riconoscere sia i miei coetanei che quelli più grandi di me, ma si riconoscono anche i bambini di oggi. Io non ho figli ma ho aggiunto nuove parti rubando molto ai racconti dei miei nipotini di 7 e 9 anni. Uso l’ironia per immedesimarmi nello sguardo di un bambino, ma lo faccio senza caricature. Cerco di far immaginare le cose e sul palcoscenico non indosso i pantaloncini corti, ma divento un bambino di 10 anni raccontando qualcosa che è vitale anche per me oggi. E Lorenzo Monguzzi (dei Mercanti di Liquore) mi accompagna in questo esercizio; con lui abbiamo creato canzoni senza tempo, ispirate alle filastrocche di Rodari o alle melodie composte da Carpi per il Pinocchio di Comencini. La macchina del capo è una macchina speciale, rosa, quella di un capo per l’appunto, protagonista di una delle nuove storie che ho scritto per questo spettacolo, ma è anche il titolo della filastrocca, che tutti, anche i miei nipotini, conoscono e che per tutti si colloca in un preciso momento della crescita, che qui racconto.
Marco Paolini Gennaio 2010
TOURNÉE ESTIVA 2010
(il calendario può subire variazioni)
Uomini e cani dedicato a Jack London
Domenica 1 agosto 2010 - ore 9.30
Loc. Parè di Fino del Monte (Bg)
Il luogo dello spettacolo in località Paré è raggiungibile a piedi da Rovetta o Fino del Monte in circa 1 ora/1 ora e 30 minuti di cammino
Per informazioni: Ufficio Turistico Unione Comuni della Presolana
Tel: 0346 72220
ufficioturistico@unionepresolana.bg.it
ITIS Galileo (studio)
Venerdì 6 agosto 2010 - ore 21.30
Ulassai (OG, Sardegna) - Stazione dell’Arte
Ogliastra Teatro - Festival dei Tacchi (Cada Die Teatro): www.cadadieteatro.it
La macchina del capo
Mercoledì 11 agosto 2010 - ore 21.30
Ancona - Corte (Mole Vanvitelliana)
Teatro Stabile delle Marche: tel. 071 5021611 info@stabilemarche.it
www.stabilemarche.it
La macchina del capo
Martedì 31 agosto 2010 - ore 21.00
Palermo - Villa Filippina (Piazza San Francesco di Paola, 18)
Ear Eventi: Tel. 091 9824104
La macchina del capo
Mercoledì 8 settembre 2010 - ore 21.30
Firenze - Auditorium, Firenze Fiera (Piazza Adua 1)
9° Incontro Nazionale di Emergency: firenze.emergency.it
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