On the screen a study on relations between different media (video-photo-body) becomes – also because of the ambiguity of the protagonist – invitation to ponder the identity of contemporary body.
JULY 8.9.10 8PM at Theaterlab FEMINEA – WHITE FRAME White like milk, like mind of a newborn
AN IDEA BY Claudio Oliva & Vera Michela Suprani FEATURING Vera Michela Suprani MUSICIAN Alessandro Oliva DIRECTED BY Claudio Oliva A Teatro Deluxe production 2010 WITH SUPPORT FROM Theatrelab, Duncan 3.0 and Teatro Forte
Conceived for these New York dates, FEMINEA – WHITE FRAME is a performative project, a multimedia study that relates a live performance with pre-existing video (produced by Teatro Deluxe in 2009) named FEMINEA – FIRST ANIMATION. The need for this work comes from the intention to follow the reasoning that the first phase of the FEMINEA project (the video itself and photographic series that gave origin to it) had stimulated, even beyond the authorial intentions: on the screen a study on relations between different media (video-photo-body) becomes – also because of the ambiguity of the protagonist – invitation to ponder the identity of contemporary body. It appeared inevitable to continue the work in this direction, starting from the first element that identifies a human being beyond his appearance: the gesture.
The first frame, then, is white. It’s tabula rasa like the mind of a newborn, a new life that has nothing but instinct, which is essential to the body to overcome its limitations. The beginning of life is characterized by unconscious gesture; his staging can bring the viewer to that part of his own life that he can’t remember and that it is therefore characterized as collective non-memory, although the body of each of us retaining memory, more or less alive traces. Precisely for this reason it was decided to query the body of a newborn, trying to re-locate the sense and the route to reach the self-consciousness. A search, therefore, and an attempt to motion analysis on the way in which the living being becomes conscious of existing.
FEMINEA - WHITE FRAME
sullo schermo uno studio sulle relazioni fra diversi media (video-fotografia-corpo) si fa - anche in virtù dell’ambiguità della protagonista - invito alla riflessione sull’identità del corpo contemporaneo
8.9.10 luglio 8PM @Theaterlab, New York, Usa
FEMINEA - WHITE FRAME Bianco come il latte, come la mente di un neonato
AN IDEA BY Claudio Oliva & Vera Michela Suprani FEATURING Vera Michela Suprani MUSICIAN Alessandro Oliva DIRECTED BY Claudio Oliva A Teatro Deluxe production 2010 WITH SUPPORT FROM Theatrelab, Duncan 3.0 and Teatro Forte
Nato per essere rappresentato in occasione delle prossime date newyorchesi del gruppo, FEMINEA - WHITE FRAME è un progetto performativo, uno studio multimediale che pone in relazione una performance dal vivo con il preesistente video (realizzato da Teatro Deluxe nel 2009) FEMINEA - I ANIMAZIONE. La necessità di questo lavoro nasce dall’intenzione di dar seguito ai ragionamenti che le prime fasi del progetto FEMINEA (lo stesso video e la serie fotografica da cui ha tratto origine) avevano generato, anche al di là delle intenzioni autoriali: sullo schermo uno studio sulle relazioni fra diversi media (video-fotografia-corpo) si fa - anche in virtù dell’ambiguità della protagonista - invito alla riflessione sull’identità del corpo contemporaneo. E’ apparso inevitabile proseguire il lavoro in questa direzione, partendo dal primo elemento che identifica un essere umano al di là del proprio aspetto: il gesto.
Il primo frammento, dunque, è bianco. E’ tabula rasa come la mente di un neonato, una nuova vita a cui niente è dato al di fuori dell’istinto, elemento indispensabile al corpo per superare i propri limiti. L’inizio dell’ esistenza è caratterizzato da una gestualità inconsapevole; la sua messa in scena può ricondurre lo spettatore a quella parte del proprio vissuto che egli non potrà mai ricordare e che viene dunque a connotarsi come non-ricordo collettivo, sebbene il corpo di ciascuno di noi ne conservi memoria, tracce più o meno vive. Proprio per questo si è deciso di interrogare il corpo di un neonato, cercando di re-individuare il senso ed il percorso compiuto per giungere alla coscienza di sé. Una ricerca, dunque, ed un tentativo di analisi del movimento sulla via attraverso la quale l’ essere vivente diviene consapevole di esistere.
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