Un cappio al collo all'informazione che non dice la verità
a protest in opposition to the vulgar exploitation and merchandise of the female body, and to show that the news should be given as it is, harsh and cruel as it often happens, without covering it with “make-up”.
Monday June 21st 2010 TIME: 7PM-10PM
“Liberty and Potatoes. Liberté et Pommes de Terres. Libertà e Patate” by Mariaceleste de Martino film editor: Maria Valerio "Come to Me" performed by Odette Albani Photos: Riccardo Schicchi
The muspic video is loop projected on a screen while seven female mannequin busts are hung from the ceiling, wearing black T-shirts with two pictures stamped on them representing the news. “Seven” like the days of the week. “Seven” like the capital sins. Every day we get news from all around the world. Every day someone commits a mortal sin. The busts symbolize the media, the anchors giving the news on TV as if it were an entertainment show, rather than a horrible drama of truth.
A NUDE BODY AS A MEANS OF COMMUNICATION
a protest in opposition to the vulgar exploitation and merchandise of the female body, and to show that the news should be given as it is, harsh and cruel as it often happens, without covering it with “make-up”.
“Liberty and Potatoes”, “Liberté et Pommes de Terre”, “Libertà e Patate”, was French revolutionary André Chenier’s motto. It resembles my attitude towards life. I dislike exploitation and hypocrisy. By posing naked and nude for a calendar in 2002, I wanted to show that the news should be given without distorting its meaning. A journalist must fight political or economic interests that try to twist reality and obvious facts. I showed my body without covering or modifying its imperfections. My aim is always to say it all, direct and clear. I believe that something omitted, hidden, not said, is a lie anyway.
The video-installation is the continuation of the 2002 calendar, using the same images, and the message is still relevant today as it was then. I posed as a protest in opposition to the vulgar exploitation and merchandise of the female body and also to show that the news should be given harsh, as it often is.
Pain and blood has gone into this project where I strongly demonstrate my point of view, using my body as a means of communication. I gathered the harshest news and represented them in 14 photographs, a month-by-month reportage: the influence of the media, terrorism, clonation, genetically modified organism (GMO), pollution and chemical war, healthcare, welfare, rape and sexual harassment, minor abuse, abortion, world conflicts, money and power, violence at Genoa’s G8, and the death of an Italian no global.
I am completely naked and my face is always covered, representing a collective identity. I show my face only to say “I am not afraid or ashamed”. Society often associates a nude body to sex. My video has nothing to do with sex. Rather, it tells the truth as harsh as it is in life. I was inspired by the energy of Classicism art, wanting to get my message across without any filters or screens, just like the news should be given. Body and soul are one unique thing, and although I am aware that the photos are shocking, my aim is not pornography of course, but to hit hard like the media should do every day.
My way of transgression using the body and inverting roles is to react to society that often imposes a one-direction career to each one of us, framing people in only one social function. I am a journalist, but also a woman and a reactionist.
“Art is dangerous, and if it is chaste it isn't art” (Pablo Picasso)
Un cappio al collo all'informazione che non dice la verità
Impiccare un giornalismo che spesso dà le notizie come fosse uno spettacolo d’intrattenimento piuttosto che un orribile dramma della verità. Sette “mezzibusti”, simbolo dei media televisivi, pendono dal soffitto e indossano magliette sulle quali sono raffigurate notizie in forma fotografica.
Lunedì 21 giugno 2010 dalle ore 19:00 alle 22:00
“Liberty and Potatoes. Liberté et Pommes de Terres. Libertà e Patate” di Mariaceleste de Martino film editor: Maria Valerio “Come to me”, di Odette Albani foto: Riccardo Schicchi
Il MusPic video proiettato a loop. Sette “mezzibusti”, simbolo dei media televisivi, pendono dal soffitto e indossano magliette sulle quali sono raffigurate notizie in forma fotografica. Scopo: denunciare le oscenità del nostro secolo e impiccare un giornalismo che spesso dà le notizie come fosse uno spettacolo d’intrattenimento piuttosto che un orribile dramma della verità. “Sette”, i giorni della settimana. “Sette” i peccati capitali.
IL CORPO NUDO COME MEZZO DI COMUNICAZIONE
Ho ripreso il motto del rivoluzionario francese André Chenier (Libertà e patate) perché si avvicina al mio modo di pensare. Rifiutando opportunismo e ipocrisia ho deciso di essere libera da ogni condizionamento. Con la decisione di posare nuda per un calendario nel 2002, ho voluto sottolineare come anche la notizia più obiettiva possa essere distorta dai media che, non solo in Italia, è condizionato dagli interessi politico-economici di chi detiene il vettore della comunicazione. La notizia va data nuda e cruda, così come si presenta. E così ho mostrato il mio corpo con le sue imperfezioni. Dire una mezza verità è come dire una menzogna. In questo caso, mostrare il corpo completamente nudo non è ostentazione, ma la volontà di essere chiara e diretta, senza filtri.
Dal calendario del 2002, attuale ancora oggi, ho sviluppato il progetto della video-installazione utilizzando le stesse immagini. Per la prima volta un giornalista utilizza il proprio corpo come mezzo di comunicazione per trasmettere la notizia. Le quattordici foto del video, sono pregne di dolore e sangue, una per ogni mese più la copertina e la controcopertina, ricostruiscono un tema di scottante attualità: il terrorismo, la clonazione, gli organismi geneticamente manipolati (OGM), l’inquinamento e la guerra chimico-batteriologica, la malasanità, il lavoro, la violenza sui minori, gli scontri al G8 di Genova, la morte di Carlo Giuliani, l’aborto, la violenza sessuale, la guerra, la fascinazione per il denaro. Le foto mi ritraggono completamente nuda a volto coperto. Solo nella foto di copertina che rappresenta il potere condizionante dei media, firmo il mio speciale reportage mostrando la mia faccia.
Una forma di trasgressione attraverso il linguaggio del corpo. La nostra società spesso ci impone dei ruoli che non ci consentono di uscire dai binari. Da giornalista professionista dal 1992 invece mi spoglio nuda e divento protagonista delle notizie, e anziché accarezzarvi e sedurvi vi prendo a schiaffi e a volte con crudeltà sottolineo la verità che non dovrebbe mai sfuggirci.
La società abbina troppo facilmente il corpo nudo al sesso. Io ho tentato di utilizzare l’energia e l’espressività del corpo, che è un tutt’uno con la mente e l’anima, allo stesso modo degli scultori classici. Le immagini sono molto forti e scioccanti, ma il mio obiettivo non è la pornografia né lo scandalo, bensì colpire duro con la forza dirompente della notizia.
L’intento del video è quello di far riflettere su quello che siamo e che siamo capaci di fare. Meglio un giornalista ‘nudo e crudo’ che un ‘mezzobusto’ che fa diventare normale con la sua normalità le mostruosità di questo nuovo millennio. “L’arte è pericolosa e non è mai casta, se lo è non è arte” (Pablo Picasso)
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