I sei scalini sono la musica. Giuseppe Chiari e la fotografia.
La mostra nasce da un raccolta di opere che Chiari ha sviluppato dal 1987 alla fine degli anni ’90. Il ciclo trae origine dal ritrovamento di un piccolo pianofortino a 6 tasti, che Chiari trasforma in opera firmandolo e che fa poi fotografare in varie situazioni. Da queste prime immagini attraverso l’uso della fotocopiatrice a colori, degli acetati e dei suoi interventi scritti compone un nucleo di carte strettamente connesse all’idea che i sei scalini sono la musica.
Chiari, come tutti gli artisti che hanno seguito le esperienze Fluxus, ha spesso utilizzato la fotografia per fissare e testimoniare le sue performances. Fotografie che a partire dagli ormai famosi Gesti sul piano dei primi anni ’70 compongono l’altra sezione della mostra, assieme ad alcune immagini veramente rare come quelle de L’acqua con tre specchi (1979) e le gigantografie scattate al video televisivo dei movimenti sul piano, poi virate in più colori del 1979. Da questi due nuclei emerge con evidenza come l’uso della fotografia, che in un primo momento rappresenta il mezzo per fermare un avvenimento, una sua performance, si trasforma, attraverso l’estrema libertà espressiva di Chiari, in linguaggio di cui l’artista si appropria, sviluppandolo all’interno di un proprio e personale percorso.
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