Sabato 23 gennaio 2010 alle ore 19:00 si inaugura presso la galleria DORA DIAMANTI, via Del Pellegrino 60 Roma, Chocolate Grinders / Il macinino da caffč, la mostra personale di Radim Labuda curata da Susanna Horvatovičova. In occasione dell’inaugurazione, l’artista slovacco realizzerą una performance ispirata all’installazione video e fotografica.
L'installazione Chocolate Grinders riprende la vita reale della comunitą di colore nelle strade di San Francisco. La serie di video mostra con immediatezza la fenomenologia del gesto quotidiano. Frammenti della realtą americana vengono ripetuti e bloccati in loop secondo un processo di postproduzione dell’immagine legato al montaggio video. Radim Labuda ferma la scena in un tempo imprecisato e sposta il discorso altrove, riflette sul senso esistenziale degli uomini colti dalla telecamena a loro insaputa mentre ripetono le medesime azioni, chiusi in una dimensione che non permette loro un reale contatto con l’esterno. Il tempo circolare dato dall’installazione video e da quella fotografica ricorda paradossalmente il funzionamento meccanico dell’opera disegnata da Marcel Duchamp, Il macinino da caffč, di cui l’artista slovacco riprende direttamente il titolo. Le immagini trasformano la realtą concreta in segno, in un potenziale aperto a molteplici narrazioni simultanee. I personaggi di colore filmati si muovono con sensualitą nell’ambiente ma sembrano essere visti dai passanti. La chiusura esistenziale e narcisistica dei personaggi ricorda i vani tentativi dei maschi celibi di raggiungere la sposa nel Grande Vetro di Duchamp. Nel momento in cui i maschi celibi non riescono ad avere la sposa, la loro aspirazione all’unione sessuale e contemplativa si traduce nella reiterazione di un gesto meccanico, in un’azione che rimane sterile come quella espressa nella serie Chocolate Grinders. Nel saggio Il destino dell’artista: Riflessioni duchampiane, l’autore ceco Jindřich Chalupeckż interpreta il Grande Vetro come un gesto dada, l’aspirazione alla metafisica dell“arte, che non appartiene al mondo benchč lo comprenda. L’arte lacera la consistenza della realtą e porta con sč la presenza dell’uomo, il suo essere nel mondo. Labuda, al contrario, parte dal presupporto che l’arte non si trova al di lą del realtą ma nella realtą. Il lavoro di postproduzione del montaggio video e quello di ricollocazione dell’installazione nelle sue variazioni site specific, trasformano l’oggetto artistico in un intervento concettuale che cerca l’epifania dell’evento. L’immissione graduale dell’autore di piccole variazioni nella medesima opera ne modifica il senso creando nuove situazioni esperenziali grazie sopratutto al coinvolgimento diretto del pubblico. Secondo il filosofo Mario Perniola:“Si ha un evento quando, invece di restare prigioniero dell’opposizione tra interno ed esterno, tra soggetto e mondo, trovo una soluzione costruttiva che mi consente di collocarmi in un processo che va al di lą della mia persona... non c’č evento senza esercizio, non c’č situazione senza ripetizione”. In tal senso, il video e la fotografia diventano per Labuda un ready-made da riutilizzare, necessario per generare l’evento: l’artefatto perde la propria consistenza fisica e torna ad essere un medium comunicativo flessibile, che muta di volta in volta i labili confini che esistono tra la vita, la riproduzione della realtą e la postproduzione dell’opera e la sua percezione da parte del pubblico.
Radim Labuda č nato nel 1976 a Bratislava, dove si č laureato nel 2000 nella facoltą di Architettura. Ha continuato gli studi presso l’Accademia di Belle Arti di Praga (Masters degree 2006). Ha vinto nel 2008 il 1° premio del concorso d’arte dedicato a J. Chalupeckż. Vive e lavora a Praga.
Dora Diamanti arte contemporanea Via del Pellegrino, 60 Roma tel 06/68804574 fax 06/68212702 www.doradiamanti.it - info@doradiamanti.it Orari: dal lunedģ al sabato 15:30 – 19:30 |