Un percorso espositivo che coinvolge non solo la sala espositiva ma anche il chiostro e i giardini dello storico complesso delle Stelline ed è strutturato secondo un criterio cronologico, così da poter accostare da vicino e nell'insieme l'evoluzione creativa degli ultimi vent'anni. Un processo che non nega le fasi precedenti, ma approfondisce ulteriormente la relazione tra forma, materia e movimento. Un particolare accento, dunque, sugli aspetti stilistici e processuali del lavoro di Cragg, per poter documentare i diversi momenti della genesi delle opere e avvicinare i visitatori alla complessità del suo pensiero creativo, che molti spunti trova nel rapporto tra le forme organiche e i materiali della scultura - dal bronzo all'acciaio, dalla pietra alla fibra di carbonio: "ecco cosa fa lo scultore: guarda tra il materiale che esiste per uno scopo e cerca le forme che non esistono." dice Cragg stesso. Invitato dalla Fondazione Stelline, Tony Cragg ha trovato nello storico palazzo quegli echi leonardeschi che ricordano le suggestioni degli ultimi lavori esposti nel Giardino degli Orti di Leonardo. Nelle opere realizzate a partire dagli anni '80, Cragg prende le forme dei contenitori più comuni (vasi, bottiglie, fiaschi, mortai) e le trasforma, allunga, dilata, le fa muovere nello spazio, ottenendo nuove forme scultoree che nascondono la memoria degli oggetti di partenza. Queste opere, appartenenti al ciclo 'Early Forms' e per lo più sviluppate in orizzontale - come la grande scultura gialla Declination, 2004 (bronzo, 240x231x360cm), oppure Sinbad, Can-Can e altre esposte nella Sala del Collezionista , "visualizzano" proprio questo progressivo trasformarsi della forma iniziale in altro da sé: "L'artista si muove, il materiale si muove. Alla fine appare una forma che è il risultato di migliaia di decisioni". Dalla metà degli anni '90 Cragg lavora ad una nuova serie di sculture (Rational Beings) nelle quali trae spunto dai contorni di un gesto o di un profilo umano e indaga il modo in cui una forma organica e irrazionale si possa sposare ad una forma geometrica. Opere come Cauldron 2005 (bronzo, 119x125x133cm), Mental Picture 2004 (bronzo, 100x110x200 cm) o Divide 2007, (acciaio, 337x100x80 cm), sono tutte e due le cose contemporaneamente "come siamo noi", dice lo scultore, "che appariamo vagamente organici, ma siamo anche molto geometrici, secondo una geometria complicata...". La forma di queste opere, che ruota intorno ad un'asse centrale, non appare più geometrica o organica, ma fortemente dinamica. L'ultima fase dell'attività dell'artista, documentata nel Chiostro della Magnolia e nel Gioadino degli Orti di Leonardo, è caratterizzata da una nuova ricerca formale che vede riunite le suggestioni di forme primordiali e pensieri in divenire ispirati alla modernità del nostro tempo, in una continua sperimentazione di materiali tradizionali (bronzo, pietra) e innovativi (fibra di carbonio) come in I'm Alive, 2004 (250x390x360 cm). I bellissimi disegni e acquarelli di Cragg, inediti in Italia e presentati nella Sala del Collezionista, documentano anch'essi le fasi del processo creativo dell'artista, mostrando chiaramente la sua attitudine verso il disegno inteso come possibilità di collegare le forme tra di loro, in maniera poetica ma anche tecnica. In mostra anche un film documentario "Tony Cragg" (The EYE Illuminations, 2002), che ritrae l'artista al lavoro nel suo grande studio di Wuppertal, la città tedesca dove vive e lavora. Come sottolinea Camillo Fornasieri, Presidente della Fondazione Stelline se Cragg afferma che "la materia è sempre affermazione di qualcosa", gli capita di rendere gloria del fatto che ogni cosa che ne viene fuori è materialmente una visione, una sublimazione che reca indelebili su di sé, sull'opera, le tracce del suo misterioso comparire tra noi. Sviluppando pensieri dell'artista che qui leggerete, tutto ciò che l'uomo fa ha l'impronta o dell'utilità o dello spirito, di qualcosa che, in un modo o nell'altro, eccede la materia. L'esposizione si svolge col patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione Lombardia, del Comune e della Provincia di Milano.
Accompagna la mostra un importante catalogo Electa (pp. 160) in edizione bilingue (italiano/inglese), che affronta approfonditamente questi ultimi vent'anni di lavoro di Cragg sotto l'aspetto teorico, progettuale e fattuale: oltre al testo di Ludovico Pratesi e a una lunga intervista all'artista di John Wood, sono, infatti, pubblicati 3 saggi inediti di Tony Cragg. |