“La deutsche vita”
“Lo sguardo nello sguardo – Una storia del cinema tedesco”
Cineclub del Goethe-Institut Palermo
13 gennaio – 31 marzo 2010
ogni mercoledì
alle ore 18.30
ingresso libero
1895–2010 115 anni di cinema tedesco Il Goethe-Institut Palermo dedica la prima rassegna cinematografica del 2010 alla storia del cinema tedesco. Nel 2010, infatti, si celebrano in Germania centoquindici anni di storia cinematografica tedesca. Un anniversario che trova nel film documentario AUGE IN AUGE - EINE DEUTSCHE FILMGESCHICHTE Lo sguardo nello sguardo – Una storia del cinema tedesco dei registi Michael Althen e Hans Helmut Prinzler, presentato per la prima volta al Festival di Berlino del 2008, una degna celebrazione. Ed è proprio questo film ad aprire e a fare da filo conduttore in questa nuova rassegna del ciclo “La deutsche vita”. AUGE IN AUGE non è la storia del cinema tedesco, ma una storia del cinema tedesco. Per ogni film che viene menzionato, ce ne sono altri cento che rimangono nell’ombra. Ma lì dove si sovrappongono i ricordi, ci si può imbattere magari in qualcosa di già noto – nella consapevolezza che tutto ciò che oggi vediamo non avrebbe lo stesso valore senza ciò che abbiamo visto. Ciò che fino a un attimo fa era presente, sarà infatti presto così lontano da indurci a riconoscere in esso, inevitabilmente, la storia dei tedeschi. L’idea che ispira la realizzazione del film nasce dalla domanda che si sono posti inizialmente i due registi: che cos’è mai la storia del cinema tedesco? E come si fa a raccontare ciò che di questo cinema si ama? Come si fa a trasmettere la gioia che comporta rivedere i film che non solo hanno segnato il nostro sguardo, ma che hanno dato forma a quest’arte? Michael Althen e Hans H. Prinzler hanno trovato dieci interlocutori che, come pochi altri, esprimono al meglio il cinema di oggi e che conoscono bene la storia del cinema tedesco: sette registi - cinque uomini e due donne -, un attore, uno sceneggiatore e un direttore della fotografia. Ciascuno di loro ha indicato il suo film preferito, spiegando davanti alla macchina da presa i motivi per cui apprezza e ama particolarmente il film scelto. Sulla base di alcune sequenze selezionate, i cineasti ci fanno capire perché quel determinato film sia stato così rilevante per loro e per l’amore che nutrono per il cinema. Il titolo più datato, film preferito da Tom Tykwer, è del 1921: NOSFERATU, la Sinfonia dell’orrore di Friedrich Wilhelm Murnau. Un film che al giovane Tykwer faceva venire i brividi. Caroline Link ha scelto il film più recente, HEIMAT 1 di Edgar Reitz (1984), perché racconta le piccole e grandi storie con amore e pazienza. La maggior parte dei film sono classici noti, collocabili nel cosiddetto canone del cinema tedesco. C’è un solo film che può essere considerato sostanzialmente sconosciuto: ROCKER Teppisti, di Klaus Lemke (1971), che per Dominik Graf ha il grande pregio di una documentazione autentica dei primi anni Settanta ad Amburgo. Nel tardo film muto MENSCHEN AM SONNTAG Uomini di domenica del 1929, di Robert Siodmak e Edgar G. Ulmer, lo sceneggiatore Wolfgang Kohlhaase ammira il fascino e la capacità di osservare le persone. Per Wim Wenders l’originalità dell’approccio visivo e una precisione quasi documentaristica sono la cifra del film M, Il mostro di Düsseldorf, di Fritz Lang, del 1931. Il film UNTER DEN BRÜCKEN Sotto i ponti, di Helmut Käutner, girato nel 1944, è interpretato da Christian Petzold come un film che incita alla diserzione, sottraendosi all’esaltazione della guerra, predominante in quegli anni. L’attore Hanns Zischler ricorda i turbamenti provocati in lui dal film di esordio di Alexander Kluge ABSCHIED VON GESTERN La ragazza senza storia, del 1966. Per Andreas Dresen restano tutt’oggi indimenticabili i dialoghi di Wolfgang Kohlhaase in SOLO SUNNY (1979), di Konrad Wolf. Il maestro della fotografia Michael Ballhaus parla della sua collaborazione con Rainer Werner Fassbinder nel film DIE EHE DER MARIA BRAUN Il matrimonio di Maria Braun, del 1978. E per Doris Dörrie, in ALICE IN DEN STÄDTEN Alice nelle città di Wim Wenders, del 1973, si materializza un nuovo sguardo, anche autoironico, del regista sulla Germania degli anni Settanta da cui ha imparato molto. Nell’arco dei primi tre mesi del 2010, prendendo spunto dal documentario Auge in Auge, saranno dunque proposti tutti i film fin qui elencati, ad esclusione di Rocker e di Heimat 1 - saga in undici puntate e prima parte di una trilogia monstre che ricostruisce la storia del Novecento tedesco. All’interno della rassegna è inserito un altro film che merita un posto speciale nella storia del cinema tedesco. Tra gli oltre 250 titoli menzionati in AUGE IN AUGE, abbiamo scelto GEGEN DIE WAND La sposa turca, capolavoro del regista tedesco di origine turca Fatih Akin, Orso d’oro a Berlino 2004, emblematico di un nuovo cinema che si confronta con il tema della difficile convivenza di culture diverse, e che proponiamo nella settimana in cui si festeggia la Giornata della Donna. Inoltre, in occasione della ricorrenza della Giornata della Memoria in ricordo della Shoah, il 27 gennaio, sarà proiettato un film per ricordare le vittime delle persecuzioni fasciste e naziste. FÜNF LETZTE TAGE Ultimi cinque giorni del regista Percy Adlon è il film che racconta la storia di Else Gebel, compagna di cella nelle carceri della Gestapo della studentessa ventunenne Sophie Scholl, la quale assiste agli ultimi cinque giorni di vita della Scholl, arrestata il 18 febbraio 1943 assieme al fratello all’università di Monaco e poi giustiziata per alto tradimento. A chiudere questo ciclo sui 115 anni di storia del cinema tedesco, sarà il film Il matrimonio di Maria Braun, scelto da Michael Ballhaus per Auge in Auge e inserito, non a caso, a conclusione della rassegna, per introdurre il prossimo ciclo de “La deutsche vita”: l’OMAGGIO al regista Rainer Werner Fassbinder, prematuramente scomparso nel 1982, che il 31 maggio 2010 avrebbe compiuto 65 anni.
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