Sospese nel vuoto le sculture spaziali di Claudio Palmieri si mostrano improvvisamente, dopo essere entrati in uno dei tre circoli di cipressi e aver rivolto lo sguardo al cielo. Tra un’impercettibile struttura di fili d’acciaio appaiono, germinati, fiori-meteore, ottenuti per compressione manuale di lastre metalliche di ottone, alluminio e rame. I fiori-meteore sospesi alludono ad una costellazione di magmatica materia imprecisata, quasi che la sospensione fisica nell’indeterminatezza cosmica voglia rimandare anche ad una precarietà o incertezza del senso. L’opera permanente, collocata nel giardino del convento dei Passionisti alla Scala Santa, non si dà alla vista immediatamente, si nasconde per essere cercata. I magmatici fiori-meteora, formanti il Giardino sospeso e in parte anche segreto, sono la traccia, meglio il passaggio, dell’operatività visionaria di Claudio Palmieri che da tempo è rinvenibile nel suo lavoro.
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