Prosegue la proficua collaborazione tra Associazione Mirada e il Festival internazionale di Ancona Adriatico Mediterraneo. Domenica 30 agosto 2009 doppio appuntamento: alle ore 11 alla Galleria Dorica la presentazione del romanzo grafico L'ammaestratore di Istanbul, disegnato da Gianluca Costantini e scritto da Elettra Stamboulis (Comma 22 edizioni, Bologna 2009) e alle ore 18 l'inaugurazione della mostra Beirut – Sarajevo. La speranza di vivere, alla Mole Vanvitelliana di cui Mirada ha curato la sezione dedicata al fumetto libanese. Come sempre la presentazione del libro diventa un'occasione per riflettere sul concetto di Oriente ed Occidente, sulla scia della vita di Osman Hamdi. Nome che dice poco alla totalità degli occidentali mentre è considerato un padre fondatore della cultura figurativa turca in patria. Pittore e intellettuale ma anche archeologo di fama, fu conosciuto in Europa e accolto nella comunità scientifica per i suoi importanti scavi e per la creazione del Museo archeologico di Istanbul. Tutto per tavole a fumetti, la storia è allo stesso tempo ricostruzione della vita del protagonista e di un contesto storico, diario di viaggio degli autori e riflessione sul rapporto a chiaro scuro fra Est e Ovest. Con frequenti passaggi fra passato e presente, si ricostruisce la Istanbul di oggi – quasi indifferente nella sua sospensione di Giano bifronte – e quella di ieri, tesa a rincorrere la distanza che la separa dall’Europa, con un intreccio che riporta poi di nuovo alla piena attualità, cadenzata dalle notizie della guerra di Libano o delle risoluzioni Onu contro le ostilità fra Israele ed hezbollah. Il tema biografico ed autobiografico di chi attraversa i confini, cercando di comprendere l’altro da sé, è il filo conduttore di questo romanzo dall'impianto innovativo anche a livello estetico. Le belle tavole del testo, costruite su pochi segni e un andamento calligrafico che si adatta a tradurre lo skyline di Istanbul, sono evocative della cultura ottomana e sono puntate sui dettagli, focalizzando visi e scene contemporanee, i quadri di Osman, i bassorilievi antichi e la vita quotidiana. Ogni immagine e il testo stesso si interrogano sulla distanza, su quanto lo sguardo – anche quello pieno di passione di chi desidera riuscire a vedere ciò che non gli appartiene, nè forse mai gli apparterrà completamente – costituisca uno strumento egemonico. E sempre sul tema del confine e delle verità complesse, celate dove lo scontro diventa guerra, è centrata la mostra alla Mole Vanvitelliana, di cui Mirada cura la parte dedicata al fumetto. Beirut – Sarajevo. La speranza di vivere include infatti la mostra dedicata ai fumettisti libanesi, Cedri a fumetti: disegnatori dal Libano, presentata per la prima volta in Italia al Festival Komikazen 2008 di Ravenna. Inaugura alle ore 18 di domenica 30 agosto. L’autrice più rappresentativa è senza dubbio Zeina Abirached, nata a Beirut nel 1981 e spesso paragonata all’iraniana Marjane Satrapi. Con i disegni racconta la sua infanzia in una casa situata sulla “linea verde”, zona di demarcazione che tagliava in due la città di Beirut durante la guerra civile. Il gioco delle rondini, (pubblicato in Italia da Becco Giallo) è una raffinata prova narrativa di una giovane disegnatrice del Vicino Oriente racconta con delicatezza e disincanto una notte di guerra a Beirut durante la guerra civile. Oltre a Zeina, sono esposti i lavori di Mazen Kerbaj, noto in Italia per le sue storie pubblicate da Internazionale, il cui libro edito da l'Association in Francia ha riscosso un notevole successo, e inoltre Michèle Standjofski (giovane maestra di questa interessante generazione di narratori), Farah Nehmé Alba, Noura Badran, Ralph Doumit, Ghadi Ghosn, Lena Merhej. Della Merhej sarà inoltre visibile l'animazione “Drawing the War” (Disegnando la guerra) con cui ha vinto nel 2003 il Premio Giuria del 36mo Exposition Festival di New York.
La sezione dedicata al fumetto libanese dà spazio ad una nuova scena di disegnatori, ironici, originali, fuori dagli schemi del mainstream, in grado di raccontare con la propria voce un luogo e un'identità facilmente preda dei pregiudizi e delle etichette preconfezionate. La mostra di Ancona è però un percorso articolato in modo più ampio da sezioni curate direttamente dal Festival Adriatico Mediterraneo e da Piero del Giudice (per la parte dedicata a Sarajevo).
Fotografica è la rappresentazione della dura realtà dei campi profughi palestinesi in Libano.
Le fotografie sono il frutto di un lavoro realizzato nel campo di Mar Elias nel cuore della capitale libanese Beirut, cui hanno collaborato alcuni giornalisti e fotografi italiani, quali Patrizio Esposito e Mario Boccia, che hanno conosciuto la realtà dell’esilio palestinese durante varie permanenze, a partire dal 2000.
Sarajevo è raccontata dalle fotografie di Danilo Krstanovic, importante fotoreporter, sarajevese, che ha documentato le tragedie e i mutamenti della sua città, come corrispondente della Reuter, sui maggiori quotidiani del mondo.
Il percorso prosegue con le opere di Edin Numankadic, uno dei principali artisti di Sarajevo. Le sue tele sono come pietre che recano incise iscrizioni: parole e frasi per un linguaggio del gesto, una coreografia di segni. Alle tele si accompagna una selezione delle sue “scatole della memoria”, contenitori di storie per sopravvivere. È fondatore del gruppo artistico Spazio-Forma.
Ha esposto le sue opere in ogni parte del mondo, sia con mostre personali che collettive. Per due volte (nel 1993 e nel 2003) ha rappresentato la Bosnia-Erzegovina alla Biennale di Arte Contemporanea di Venezia, con il progetto “Witness of Existence”. L’Associazione Mirada (Mirada significa sguardo in spagnolo: risuona in questa parola la radice latina di miror, che significa anche stupirsi) nasce nel 1997, ma negli anni ha cambiato forma e sostanza. Da un’attenzione centrata soprattutto all’allestimento e alla creazione di percorsi museali ed espositivi, passa ad occuparsi di progettazione curatoriale, soprattutto nell’ambito del fumetto e dei giovani artisti. Dal 2000 lavora in convenzione con il Comune di Ravenna, per il quale cura in toto le attività relative al GAI Giovani Artisti Italiani, occupandosi del concorso, delle mostre e della promozione dei giovani artisti del territorio. Questa convenzione ha permesso di costituire un database di oltre 100 nominativi di artisti della Provincia di Ravenna, che hanno partecipato negli anni al concorso RAM: molte gallerie di tutta Italia, ma anche aziende private come Hera, hanno usufruito in questi anni del materiale raccolto dall’Associazione per realizzare iniziative espositive o per contattare gli artisti. Il concorso si è caratterizzato anche come momento per proporre progetti espositivi di autori giovani, ma già affermati: in questo senso sono stati proposti i lavori di Chiara Dynys, Joe Sacco, Marjane Satrapi, Aleksandar Zograf e molti altri. Le mostre in seguito sono state presentate in Italia e all’estero. La particolare attenzione suscitata dalle mostre di autori di fumetto hanno portato l’associazione a lavorare in questo settore con maggiore rigore e continuità, portando alla fine alla nascita nel 2005 del festival Komikazen 1° festival internazionale del fumetto di realtà. Mirada peraltro non collabora solo con istituzioni pubbliche, ma anche con singoli o privati. Guardare in questo senso è inteso come diversa modalità di narrare una storia: questo è l’obiettivo fondamentale della progettazione di Mirada.
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