Lorenzo Tamai L'ansia della prestazione mi butta giù
24 marzo – 13 maggio 2011 inaugurazione giovedì 24 marzo, ore 19.00 visitabile dal lunedì al sabato su appuntamento
“L'ansia della prestazione mi butta giù” è la prima mostra personale di Lorenzo Tamai nello spazio AplusB studio&gallery a Brescia. L'esposizione, che si sviluppa come installazione composta da una serie di opere ad olio su tela e una fotografia, è il tentativo di traduzione, e nello stesso tempo di personalissima interpretazione, delle parole e dei segni ortografici che compongono la frase del titolo della mostra. L'operazione di Tamai è volta alla scoperta della temporanea “grammatica” che la pittura può acquisire nel momento in cui è parte di un libero processo i cui protagonisti sono l'artista e l'opera.
L'artista è colui che sceglie il campo in cui operare ed in questo caso Tamai ha scelto in modo del tutto istintivo una frase che esplicita uno dei tratti caratterizzanti l'oggi. Se la interpretiamo attraverso la lente del noto sociologo/filosofo Slavoj Zizek che rilegge Jacques Lacan, la “prestazione che crea ansia” è la nuova regola data al Soggetto che obbliga al godimento in seguito all'imperativo ossessivo dei nostri tempi e alla caduta degli ordini simbolici tradizionali. Collocato all'interno di questo ordine il Soggetto si alterna tra edonismo e disciplina ascetica (come dice Zizek birra sì, ma senza alcool) in cui è patologica la fatica a desiderare. La colpa non è più la trasgressione dai precetti morali, ormai impossibile, ma l'incapacità al godimento continuo che annulla ogni desiderio.
Lo stato di ansia al quale fa riferimento il titolo di Tamai non è un gioco, una boutade per farsi puntare i riflettori addosso, esso inquadra il contesto ben chiarificato del Soggetto, che è anche l'artista stesso. E la pittura? Per quest'ultima la posizione è quella di uno strumento che risente dell'alternanza del Soggetto, e quindi non può che riferirsi a tale condizione. Tamai sceglie la creazione di una grammatica di colori, segni, ombre, riflessi, forme, non forme, espletando stratagemmi che l'avanguardia, che oggi non ha più regole da trasgredire, ha dato all'artista. In particolare Tamai utilizza quella sinestesia, ossia quel tentativo primo degli astrattisti storici di reciprocità delle sensazioni, un tentativo che nasce dalla pulsione di creare un'arte totalizzante. Il processo costruito da Tamai costringe le opere nell'apparente gabbia di una regola, che l'artista riassume come “definizione poetica della parola in opera”, che libera tutto il potenziale di una pittura che ha una propria jouissance.
“L'ansia della prestazione mi butta giù” è un progetto di liberazione del desiderio primario dell'artista d'esprimere il proprio disagio alla coazione al godimento, imposto dal discorso del capitalista, attraverso il fare pittura. Da qui la posizione ambigua della pittura, cioè quello di essere per il fruitore oggetto di un qui ed ora per il godimento attraverso la sua forza espressiva di idee che necessita una inevitabile materialità organica della traccia. Tamai, seguendo la sua scelta istintiva e diretta di fare pittura, esprime in modo esemplare questa ambiguità proponendo opere che hanno sempre una eterogenea materialità che esprime concetti, idee, paradossi e libertà immaginarie che emergono nella vita quotidiana dell'artista. (Testo a cura di Dario Bonetta)
Domenica 27 marzo ore 18.30 per New domestic soundscapes #5: doppio solo live set di Riccardo Baruzzi e Enrico Malatesta
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