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Cinema News - Festivals | by Dario Di Liberti in Cinema News - Festivals on 20/04/2010- Comments (0)
 
Udine Far East Film 12
The largest showcase of popular films from the far east
 
 
The journey continues with a renewed energy: the 11th edition of the Far East Film Festival is like a “galactic acceleration” within the fantastic world of Far Eastern cinema. Flipping through the pages of the catalog, one feels a sense of frustration for what isn’t included: while there are many important film showing at FEFF 11, there are also, unfortunately, just as many that we haven’t been able to present at the festival.
There has been talk about a crisis in the film industry since 1895. Go through cinema magazines from the last century and you won’t find one that doesn’t talk about the crisis. This is, perhaps, one of the characteristics of a cinephile: always on a quest to find something new or a different stimulus, new countries, new directors, even new genres. Well, if there is a cinema that is capable of continual reinvention, of absorbing influences from other cinemas, of maintaining an auteur tradition, it comes without doubt from the Far East.


After the tenth anniversary, we asked ourselves whether there was any sense in continuing with the Far East Film Festival, since nowadays, none of the major festivals (Venice, Cannes, Berlin…) can afford to overlook Asia. We had presumptuously laid claim to the title of pioneers ten years ago, but now?
The simple fact is that nothing has changed: given its vast output, our year-long observation of the Asian film industry can only bring a continuous series of discoveries to put in the program alongside those works which are considered too popular in their countries to receive the attention that they deserve in the festival circuit. This may seem like an oxymoron, but that’s how things stand.
The Far East Film Festival continues to put side by side in the program big productions with low-budget films - for example, putting together the large-scale (in every sense: production, stars, settings) The Good, The Bad, The Weird and the small-scale debut Crush And Blush. Because this is Far East Film Festival: productive creativity, a hotbed of dreams, projects and links (Ties That Bind), all in the name of cinema.


During the year since the end of the 10th edition, not a week has gone by without us falling in love with a new film or a new production. We have heard the word “crisis” (cinematographic, in this case) countless times, but every new film we see seems to defy this. We have seen “our” directors make the umpteenth great film, or produce works that will establish their fame definitively, and we have found innumerable fascinating debut films.
The program for this 11th edition, this “galactic acceleration”, practically compiled itself: the journey continues, into uncharted territories, into atmospheres yet to be discovered and dreams yet to be lived.
The 11th edition of FEFF is exactly this: a portrait of the most fascinating and lively film industry in the world.

a cura del Centro Espressioni Cinematografiche
 
Udine Far East Film 12
The largest showcase of popular films from the far east

UDINE – 9 giornate di programmazione, dal 23 aprile al 1° maggio, e oltre 60 pellicole in arrivo da Cina, Hong Kong, Corea del Sud, Giappone, Thailandia, Indonesia, Malesia, Filippine, Singapore e Taiwan: sta per tornare Far East Film, il grande festival (anzi: la grande festa) con cui il Centro Espressioni Cinematografiche di Udine indaga gli spazi visivi e gli stili dell’Estremo Oriente! Undici edizioni felicemente archiviate, il titolo di maggiore avamposto asiatico d’Europa meritatamente conquistato sul campo e, appunto, il Capitolo n.12 che si appresta ad entusiasmare l’affezionatissimo pubblico. Un pubblico vasto, come confermano i 50.000 spettatori del 2009, e vario, come testimonia la consueta folla di accreditati, giornalisti, addetti ai lavori. Basti pensare che produttori e distributori orientali contano sulla vetrina udinese per collocare i propri titoli sul mercato occidentale, forti anche del successo planetario di Departures (presentato in anteprima a Far East Film 11, subito dopo l’Oscar come migliore film straniero, e a breve, dal prossimo 9 aprile, atteso nelle sale italiane grazie alla Tucker Film emanazione del Centro Espressioni Cinematografiche di Udine insieme a Cinemazero di Pordenone). Qualche anticipazione sul 2010? Gli organizzatori hanno messo a punto un cartellone denso e articolatissimo, ancora una volta in perfetto equilibrio tra presente e passato, dove si alterneranno preview, cult, riscoperte, incontri con gli ospiti (attori, registi, dive), senza dimenticare il ritorno delle grandi retrospettive.

La prima sarà dedicata a una delle più famose case di produzione giapponese, la Shin–Toho, che potremmo paragonare alla celeberrima factory di Roger Corman. Specializzata in film di genere, producendo noir crime thriller cruciali per la sintassi del cinema popolare nipponico, la Shin–Toho sarà analizzata a Udine attraverso 15 opere mai viste fuori dal Giappone e prodotte a cavallo tra gli Cinquanta e Sessanta. La seconda retrospettiva vedrà continuare il percorso di ricerca e di approfondimento nella storia recente del cinema di Hong Kong: un focus incentrato sul cinema di Patrick Lung Kong, autore politicamente non allineato, figura chiave e regista di rifermento che anticipò nell’Ex Colonia Britannica la New Wave degli anni Ottanta diventando imprescindibile per registi e attori della nuova generazione. A Better Tomorrow, il capolavoro noir metropolitano di John Woo (prossimo Leone d’Oro alla Carriera a Venezia), è il remake di un suo film iperrealista del 1967, Story Of The Discarged Prisoner.
 
 
Il viaggio continua, l’undicesima edizione di Far East Film Festival è come una ri-partenza in corsa, come una “accelerazione galattica” dentro il fantastico mondo del cinema dell’estremo Oriente. Sfogliando le pagine del catalogo c’è un po’ di fastidio per quello che non si potrà vedere: tanti sono i film importanti in questo Feff 11, tanti, purtroppo, quelli che non abbiamo potuto presentare.
Si sa, della crisi del cinema se ne parla dal 1895, è una specie di costante di quest’arte. Spulciate qualche rivista di cinema del secolo scorso e non troverete un numero dove non si parli di crisi. Forse è una delle caratteristiche dei cinefili, cercare sempre qualcosa di nuovo, sempre qualche emozione diversa. Qualche nuovo stato, qualche nuova cinematografia, nuovi registi, perfino nuovi generi. Ripetere, replicare è un peccato mortale (mah…). Ebbene se c’è una cinematografia che è capace di re-inventarsi continuamente, di assumere stimoli da altri cinema, di rincorrere il pubblico mantenendo un’idea forte di autorialità, di reagire alle’crisi’ più o meno vere, se c’è, proviene sicuramente dal Far East.

Ci siamo chiesti dopo il decimo anniversario, se aveva senso proseguire ancora con il far East Film Festival: ormai nessun dei Festival maggiori (Venezia, Cannes, Berlino, …) può permettersi di trascurare l’estremo Oriente. Ci siamo presuntuosamente arrogati un ruolo di apripista dieci anni fa, ma ora?
Semplicemente non è cambiato nulla: in una produzione così vasta, un’attenzione che dura un anno non può che portare a una continua serie di scoperte, da affiancare, nel programma, a quelle opere troppo popolari nei loro paesi d’origine per ricevere l’attenzione che meritano nei circuiti festivalieri. Sembra un ossimoro, ma purtroppo è così.
Il Far East Film prosegue affiancando alle grandi produzioni, film dal piccolo budget. Permettendosi di programmare la pazzia surreale indy di Miki Satoshi alla surreale produzione di Miike Takashi. Al grande (in tutti i sensi: produzione, star, ambientazione) Kim Jee-won di The Good, The Bad, The Weird affiancare il piccolo esordio di Crush and Blush. Perché questo è il Far East Film: creatività produttiva, fucina di sogni, progetti, collegamenti (Ties That Bind), nel nome, semplicemente, del Cinema.

Durante l’anno che è trascorso dalla fine della 10a edizione non è passata una settimana senza che ci innamorassimo di un nuovo film, di una nuova produzione. Abbiamo sentito la parola crisi (cinematografica, in questo caso) innumerevoli volte, ma ogni nuova visione sembrava contrastarla. Abbiamo visto i “nostri” registi comporre l’ennesimo grande film; i “nostri” seguiti (gli autori di cui abbiamo presentato l’opera prima, o che magari stiamo semplicemente seguendo) produrre i lavori che li affermeranno definitivamente; abbiamo trovato un innumerevole numero di esordi, di opere prime affascinanti, nuove. Il programma (ed il significato) di questa 11a edizione, di questa “accelerazione galattica”, si è fatto da solo: il viaggio continua, in mondi nuovi, atmosfere da scoprire, sogni da vivere.
L’11a edizione del Feff è esattamente questo: nient’altro che il ritratto della più affascinante e vitale cinematografia al mondo. Semplicemente.
a cura del Centro Espressioni Cinematografiche
 
 
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PERIOD: from 23/04/2010 to 01/05/2010
CITY: Udine
NATION: Italy
VENUE: Teatro Nuovo
ADDRESS: Via Trento
TELEPHONE: +39-0432-299545
FAX: +39-0432-229815
EMAIL: cec@cecudine.org
WEB: http://www.fareastfilm.com
INSERTED BY: Dario Di Liberti
 
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